Capire davvero quando un animale soffre non è semplice. La scienza ci spiega perché, per natura, cani e gatti tendono a mascherare il dolore — e quali segnali dobbiamo imparare a osservare.

🌿 Un istinto antico che sopravvive nella vita domestica

Per un cane, un gatto o un coniglio, mostrare dolore significa mostrarsi vulnerabile.

In natura, ogni segnale di debolezza può attirare predatori o far perdere posizione all’interno del gruppo.

Anche se oggi vivono sul divano, i nostri animali portano con sé migliaia di anni di evoluzione:

il loro istinto li spinge a non far vedere nulla, finché non è inevitabile.

Questa tendenza si chiama pain masking: una strategia di sopravvivenza che, nell’ambiente domestico, purtroppo rischia di nascondere problemi seri fino a quando la situazione è già avanzata.


🐶🐱 Perché cani e gatti non manifestano il dolore come noi

Ci sono differenze importanti con gli esseri umani:

Loro non hanno un linguaggio verbale.

Il dolore non può essere “raccontato”. Viene compensato con posture o piccoli cambiamenti comportamentali.

Hanno una soglia del dolore diversa.

Alcuni animali (specie i gatti) sopportano in silenzio condizioni che farebbero lamentare un adulto.

Hanno un forte senso di routine.

Continuano a mangiare, muoversi o giocare anche se stanno male, pur di mantenere una “normalità” pacificatrice.

Non associano il lamentarsi a ottenere aiuto.

Anzi: l’istinto dice loro che fare rumore significa attirare attenzioni indesiderate.

Per questo è più frequente notare il dolore indirettamente, attraverso cambiamenti lievi ma significativi.


🔍 Come riconoscere il dolore nei cani

I cani tendono a comunicare attraverso sottili variazioni nel comportamento:

  • cerca più isolamento del solito

  • si lecca in modo insistente un punto del corpo

  • ha difficoltà a salire scale o entrare in auto

  • rallenta durante la passeggiata

  • ha uno sguardo più “fisso”, meno vivace

  • cambia postura quando si sdraia

  • appare irritabile o insolitamente tranquillo

  • ansima anche senza sforzo fisico

Un segnale sottovalutato: non chiede più attenzioni.

Per molti cani socievoli, questo è un campanello d’allarme importantissimo.


😺 Come riconoscere il dolore nei gatti

I gatti sono veri maestri nel nascondere qualunque fragilità. Per loro, mostrarsi deboli è contro la loro natura felina.

Attenzione a:

  • riduzione del grooming (il mantello appare più “spento”)

  • immobile nella stessa posizione per ore

  • irritabilità se toccato in certe zone

  • evita salti che prima faceva senza difficoltà

  • dorme in luoghi insoliti o molto nascosti

  • mangia meno… o più lentamente

  • fusa “strane”, profonde, usate come autocalmante

Molti proprietari lo interpretano come “vecchiaia”: in realtà spesso si tratta di dolore articolare o viscerale.


🐇 Anche i conigli e i piccoli animali soffrono in silenzio

Per le prede, mostrare dolore equivale a esporsi.

Nei conigli, cavie e piccoli roditori i segnali sono quasi invisibili:

  • restano immobili e silenziosi

  • smettono di mangiare (e questo può essere letale in poche ore)

  • mostrano respirazione accelerata

  • riducono drasticamente i movimenti

Per queste specie, il dolore è un’urgenza veterinaria.


🧬 Perché la scienza conferma che non dobbiamo fidarci delle apparenze

Molti studi mostrano che:

  • cani e gatti subiscono modifiche ormonali che li portano a sopprimere l’espressione del dolore per ridurre lo stress,

  • alcuni animali producono endorfine quando feriti, per poter continuare a muoversi e non sembrare vulnerabili,

  • la percezione del dolore varia molto tra specie (il gatto, ad esempio, mostra pochissimo anche quando ha fratture o dolori addominali).

Un esempio emblematico: i gatti con insufficienza renale avanzata spesso non mostrano alcun dolore evidente fino agli stadi finali, nonostante provino forte malessere.


🛑 I segnali che non dobbiamo mai ignorare

Segnali di possibile dolore moderato/grave:

  • improvvisi cambiamenti di comportamento

  • difficoltà a salire/scendere

  • rigidità al risveglio

  • vocalizzazioni nuove o insolite

  • respiro accelerato

  • ritiro sociale o, al contrario, richiesta insistente di contatto

  • perdita di appetito

  • tremori

❗ Regola d’oro: se un animale cambia abitudini da un giorno all’altro, c’è quasi sempre una spiegazione fisica.


🩺 Quando rivolgersi al veterinario

  • se i segnali durano più di 24 ore

  • se c’è perdita di appetito

  • se si sospetta un trauma

  • se l’animale sembra disorientato

  • se “qualcosa non torna”: l’intuizione del proprietario è spesso corretta

Molte patologie sono trattabili e gestibili, se identificate presto.


❤️ La lezione più importante

Il vero amore verso i nostri animali passa anche da questo:

imparare a vedere il dolore quando loro non vogliono mostrarcelo.

Osservarli, ascoltarli e conoscere i loro segnali sottili è il modo migliore per proteggerli.

Non perché siano deboli, ma perché sono molto più forti di quanto immaginiamo — a volte troppo